martedì 26 aprile 2011

PESARO SI MUOVE












Nell’ultimo mese da Pesaro sono partite nuove richieste di informazioni e intervento per i residuati bellici abbandonati davanti alla costa: una lettera di sollecito del sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e una interrogazione parlamentare del deputato del PD Oriano Giovanelli, già sindaco della città.


Interrogazione parlamentare dell’On. Oriano Giovanelli

Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa.
– Per sapere – premesso che: si apprende da un libro-inchiesta di Gianluca Di Feo «Veleni di Stato» (Edizioni Rizzoli 2009) che nel luglio 1944, 1316 tonnellate di iprite sono finiti nei fondali davanti alle coste marchigiane, in particolare davanti alle baie di Fano, Pesaro e Gabicce all’interno di 4300 bombe d’aereo C500T catturate dalla Luftwaffe in una base di Urbino; sono materiali altamente tossici che pare siano ancora imprigionati nei fondali dell’Adriatico e che rilasciano lentamente il loro veleno in mare; il libro qui sopra citato è ampiamente documentato grazie agli studi e approfondimenti sugli archivi della Luftwaffe di Carlo Gentile, consulente delle principali inchieste giudiziarie sulle stragi naziste in Italia e docente dell’università di Colonia;

L’unità comandata dal maggiore Meyer nascose nel deposito di Urbino notevoli quantità di ordigni, ma il 19 dicembre 1943 si indica dalla relazione di Hitler che dovevano essere spostati in Germania. Muovere le sostanze letali, per di più in periodo di guerra, era molto difficile; nel luglio 1944, quando il comando tedesco dispose» l’immediata evacuazione del deposito di Urbino senza riguardi per le possibili conseguenze», vennero trasportati con dei camion a Fano e a Pesaro alla vigilia dell’offensiva sulla Linea Gotica e fatti svuotare di notte in mare da squadre speciali 84 tonnellate di armi chimiche mortali, conservate da involucri difettosi hanno poi rilasciato lentamente nelle acque dell’Adriatico le sostanze tossiche;

nella seduta pomeridiana della Camera dei deputati del 20 novembre 1951, in risposta a una interrogazione dell’onorevole Capalozza, il Sottosegretario alla Marina mercantile, onorevole Tambroni, confermava la presenza di tale arsenale nei fondali e individuava anche le coordinate dei siti ove si sarebbero trovate almeno una parte delle bombe, ma da allora nulla si è fatto per la bonifica dell’area, né tantomeno è stato oggetto di discussione in ambito parlamentare;

il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, in data 10 marzo e 30 aprile 2010 ha inviato al Ministro della difesa due lettere per sollecitare spiegazioni e provvedimenti sopra in oggetto;
in data 21 giugno 2010 il sottosegretario alla difesa, onorevole, Giuseppe Cossiga, rispose al sindaco sostenendo che il dicastero «ha promosso i pertinenti approfondimenti» e che le ricerche e le bonifiche dell’area sono state portate a termine tra il 1945 e il 1950 -:

se il Ministero della difesa, come da lettera del sottosegretario Cossiga citata in premessa, possa assicurare che i tratti di costa bonificati negli anni cinquanta sono aree bonificate corrispondenti ai siti di Fano, Pesaro e Cattolica;

se non consideri opportuno a distanza di anni, usare nuove tecnologie di bonifica sperimentate in altri siti; se non si intenda provvedere con urgenza a un monitoraggio della situazione attuale e se non si intenda ricorrere ai fondi di cui al decreto ministeriale n. 308 del 2006 finalizzati al risanamento di aree inquinate. (4-11571



Lettera del Sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli
Oggetto: bombe all’Iprite nei fondali del mare davanti a Pesaro


Gentile On. Sottosegretario,
con lettera del 21 giugno 2010 Lei ebbe la cortesia di rispondere a due mie precedenti lettere inviate al Ministro La Russa in merito a quanto indicato in oggetto.
Lei mi rassicurava circa una bonifica effettuata dalla Marina Militare tra il 1945 ed il 1950 e sottolineava la dubbia utilità di ulteriori attività per la verifica sui fondali in questione.
Tuttavia dalle nostre ricerche non si trova traccia in documenti storici della bonifica fatta e del quantitativo di “fusti e bombe ad aggressivi chimici” recuperati e neutralizzati; per di più a livello locale non c’è memoria di tale bonifica.
In allegato trasmetto una mappa che il National Archives di Londra ha recuperato dai documenti dell’esercito tedesco che nell’estate 1944 scaricò gli ordigni bellici nei siti le cui coordinate sono segnate sulla mappa stessa.
Sarebbe dunque interessante verificare se le bonifiche fatte hanno riguardato i siti che interessano la nostra comunità.
In ogni caso, approfittando della Sua cortese disponibilità, faccio presente un altro fatto: ci risulta che in alcune località interessate da analoghi problemi (esempio più importante Molfetta) si siano fatti negli ultimi tempi controlli con apparecchiature più moderne ( certamente non disponibili nell’immediato dopoguerra) in grado di rilevare puntualmente tali ordigni; grazie a queste nuove indagini sono state attivate bonifiche che hanno portato al recupero di migliaia di bombe.
Nell’ottica di fugare ogni preoccupazione circa la presenza di tali ordigni fonte permanente di pericoli per la salute pubblica, sono a chiedere di prendere in seria considerazione la possibilità di un controllo sui nostri fondali mediante queste apparecchiature.
Sono certo che vorrà dedicare tutta l’attenzione che merita a questo problema e farci avere una positiva risposta.
RingraziandoLa per la gentile disponibilità, Le porgo i miei più distinti saluti.

Luca Ceriscioli
Pesaro, 29 marzo 2011

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